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I bioritmi nello sport

I bioritmi nello sport

Nello sport e non solo in quello, la vita di ogni uomo si sviluppa su tre binari diversi:

  • (a) FISICO
  • (b) EMOTIVO
  • (c) INTELLETTIVO

Il primo riguarda l’energia muscolare e ossea.

Il secondo determina l’umore, le intuizioni, la sensibilità.

Il terzo misura l’intelligenza, la memoria e l’agilità mentale.

Queste tre funzioni, intrecciandosi tra loro, rappresentano i cicli della nostra vita.

I momenti di metà ciclo, di passaggio da una fase bassa a una alta o viceversa, vengono definiti CRITICI: in quei periodi si rischia di commettere errori.

I ritmi biologici che scandiscono l’alternarsi delle varie fasi vengono chiamati BIORITMI.

Essi possono essere influenzati dalle variazioni cicliche di fattori ambientali chiamati sincronizzatori: l’alternarsi giorno/luce, notte/tenebre, caldo/freddo, latitudine/longitudine, rappresentano per la maggior parte dei vegetali, degli animali e dell’uomo i più importanti sincronizzatori.

L’essere umano possiede differenti ritmi biologici: i circadiani rientrano tra i bioritmi del giorno intero; quelli inferiori alle durate giornaliere delle 24h prendono il nome di ultradiani.

Per citarne alcuni tra i più importanti vi sono certamente quelli del sonno, della veglia, della fame, della sete, della funzionalità urinaria ed intestinale.

Esistono anche bioritmi che occupano molto più tempo del classico periodo giornaliero, esistono infatti i circamensili, come ad esempio il bioritmo mestruale o altre tipologie di natura differente che sono totalmente in simbiosi con l’andamento lunare, come la crescita di capelli e unghie.

Sono presenti oltretutto bioritmi molto più lunghi, che occupano addirittura porzioni di tempo molto elevate come un intero anno (circannuali), sette anni (circasettennali) ed anche nove anni (circanovennali).

L’orologio “circadiano” è in simbiosi sulle 24 ore, in sincrono con gli eventi periodici di Luce/Buio ed è inoltre, quel dettagliato meccanismo che aiuta la regolazione dei nostri bioritmi quotidiani, in parallelo con la vita dell’ambiente esterno.

Questo particolare orologio, comprende tutte le funzioni dell’organismo che oscillano in modo ritmico: organi (sistola e diastola), pressione del sangue (alta alla sera ed alle 3, 4 del mattino di notte la minima), temperatura corporea (alta alla sera e bassa alla mattina), battito del polso (il massimo di giorno ed il minimo di notte) ecc.

Nell’uomo alcune attività ritmiche sono in relazione con situazioni endocrine (ghiandolari), nervose, di conseguenza metaboliche, emozionali e spirituali.

Perché tutto ciò? 

Perché la luce influenza l’ipotalamo e questi agisce su l’orologio circadiano in due modi diversi: uno direttamente attraverso l’occhio, l’altro indirettamente attraverso la maggiore o minore produzione di melatonina, secreta dalla ghiandola pineale, la cui produzione aumenta al buio e diminuisce alla luce.

Intervenendo su questi due piani possiamo modificare efficacemente il bioritmo circadiano quando esso è sfasato.

Ogni volta che sottoponiamo il nostro organismo ad un viaggio, possiamo notare con quanta intensità il nostro corpo necessiti di una quantità di tempo più o meno grande, per stabilire un adattamento con il luogo d’arrivo ed il relativo ambiente nuovo.

I ritmi cronobiologici essendo ancora legati al vecchio sito di partenza, sono adattati ad un luogo che in alcuni casi differisce per moltissimi fattori rilevanti da quello nuovo, sia sotto l’aspetto ambientale: altitudine, temperatura, ubicazione geologica, sia per fattori chimico/meccanici: luogo di campagna o di città, al chiuso o all’aperto.

Una nuova e differente carica elettronica ed energetica del nuovo luogo, deve avere il tempo necessario per investire l’organismo ospite e pertanto, per modificarne la chimica e le relative abitudini biologiche.