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Culto e credo religioso mutano il significato della danza del ventre

Culto e credo religioso mutano il significato della danza del ventre

La religione è da sempre stata una cosa buona e giusta se utilizzata per avvicinare e rafforzare il legame sociale e spirituale delle civiltà della storia, purtroppo però non sempre è stato così.

Nella maggior parte dei casi la religione è servita come pretesto per stabilire una supremazia gerarchica, per indire guerre di conquista, per divide anziché unire i popoli della Terra.

Per molte società, sia antiche, che per diverse popolazioni attuali, la donna viene vista e vissuta spiritualmente per quello che in natura e per legge universale ha da sempre rappresentato: la fonte della vita.

Poiché il ventre femminile possiede l’inestimabile dono naturale del nutrimento divino, come quello conseguente di dare vita al suo interno per poi dare alla luce un erede, ecco che la storia di ogni società esistente, che essa sia moderna o antica, passa attraverso il ventre di una donna.

Da questa condizione sacra ed antica, durante la religione lunare, fonte di radici millenarie, nasce la danza del ventre,  precedendo fasi storiche come la nascita delle religioni monoteiste, e risalendo al culto delle antiche divinità ed ai loro rispettivi simboli, persi nelle trame del tempo…

Non solo, purtroppo il ventre è da sempre stato fenomeno di contraddizioni nella storia dell’umanità e Religioni monoteiste come il Cristianesimo, l’Islamismo o il Giudaismo, sono tutte frutto di un’esperienza umana basata proprio sulla contraddizione e probabilmente sul capovolgimento del reale significato ed interpretazione del ventre femminile. 

Le religioni monoteiste hanno inoltre da sempre minato l’importanza della stessa donna nell’ambito sociale, soprattutto per mirare ad eliminare le antiche religioni ed ogni sorta di legame storico con le significative ed importanti credenze del passato.

Di base anche alle origini della danza del ventre, veniva messo in primo piano la creatività costruita sul corpo femminile, anche nella sua forma antropomorfa questa danza celebrativa ha da subito messo in risalto l’importanza del ventre femminile come punto di origine del tutto e zona della purezza sacra assoluta, contrariamente ai culti più moderni, che puntavano esclusivamente a “sbaragliare la concorrenza religiosa”, affermandosi così come unici ed inevitabili sistemi religiosi possibili, tanto da punire severamente l’idea soggettiva di ateismo.

A questo punto, se centinaia di anni prima la donna era vista come fonte di vita perpetua, in questa nuova trasformazione di sistemi religiosi ecco mutare anche il senso della figura femminile in ambito sociale: tutta la simbologia del ventre, legata a quella della fertilità femminile, perdono entrambe la loro millenaria sacralità, delineando l’essere donna ed il suo relativo corpo, non più attraverso tutte quelle belle metafore rinvigorenti legate alle origini della vita, ma ad altro, in maniera apparentemente distratta.

Prendendo in esame la religione Cristiana, possiamo notare come Gesù è probabilmente l’unico nelle antiche scritture a considera la donna attraverso il suo significato integrale, di importanza ultraterrena e di essere al quale portare rispetto assoluto poiché assolutamente dignitoso.

Mentre nel resto delle scritture bibliche come nella Genesi, o nell’Antico Testamento, la figura della donna non sarà più interpretata come sacra, bensì vista come essere immeritevole ed in alcuni scritti interpretabile addirittura come emissaria diretta di Satana, sotto forma di figure religiose differenti, frutto di vergogna.